Scuola di Ballo, By anna_64200

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Marionnaud
view post Posted on 20/2/2012, 00:20




Scuola di Ballo


Capitolo 1.



learninmexico



1 - Esame preliminare.
L'auto si fermò. "Deve essere questa", disse mio marito. La villetta era immersa nella quiete del paesino alla periferia della città, il posto per il parcheggio era libero. Mio marito accostò e scendemmo. Controllammo il citofono,il nome era quello giusto e suonammo. Ero molto felice. Eravamo li per una lezione privata di ballo latino americano. Io e mio marito ce la cavavamo discretamente, ma
dall'ultima gravidanza, tre anni prima, avevamo smesso, ed eravamo un po' arrugginiti.
E così, a quarant'anni, avevamo deciso che era ora di tornare a uscire, a divertirci, vedere gente, e riprendere la nostra grande passione: il ballo.Quella sera mi ero preparata con cura. Abito semplice, aderente, scarpe comode, con un po' di tacco. La figura che mi rimandava lo specchio mi piaceva: alta, abbastanza magra, nonostante le tre gravidanze che mi avevano allargato il punto vita, un bel seno, capelli rossi ben pettinati, occhi chiari... una splendida quarantenne, aveva commentato mio marito, ed il complimento mi aveva fatto molto piacere.

"Avanti!" L'ordine arrivò quasi imperioso dal citofono. Io e Mio marito ci guardammo sorpresi, accennammo ad un mezzo sorriso ed entrammo. La maestra ci aspettava sull'ingresso. "Milena" disse
porgendo la mano. "Anna" dissi io, "Mauro" si presentò mio marito. "Bene" - disse Milena - "andiamo subito in sala".

Ci accompagnò al piano superiore della villetta, e ci fece accomodare in un'ampia stanza mansardata, molto luminosa, parquè chiaro; attraverso due ampie velux si vedeva il cielo stellato della primavera avanzata. Milena armeggiò con uno stereo appoggiato ad una parete, e le note di una salsa ci trasmisero una dolce sensazione di allegria.

Milena non sembrava affatto allegra. Un po' più bassa di me, un metro e sessantacinque circa, molto abbronzata, capelli scuri, occhi nerissimi e penetranti. Il naso affilato e le labbra sottili contrastavano con il corpo asciutto, armonioso e tonico. Il gilet corto ed i pantaloni da ballo a vita bassa mostravano un addome piatto, con gli addominali un po' in rilievo, addolciti da un piercing all'ombelico a forma di occhio, attorno al quale era tatuato un delfino: l'effetto era ipnotizzante."Allora - disse Milena con fare impaziente - mostratemi cosa sapete fare". Io e Mauro rimanemmo impacciati, senza sapere cosa fare. "Allora, avete detto che un po' ve la cavate, come faccio a sapere da dove partire se non vi vedo ballare?". Non eravamo pronti a subire un esame, l'avvio fu disastroso, ma poi cominciammo a riprenderci. Soprattutto mio marito sembrava a suo agio in quella situazione: si muoveva agile e sinuoso, preciso nei comandi e sicuro nei passi. Io invece ero tesa, incerta, sbagliavo continuamente. Milena mi guardava con aria beffarda, non la sopportavo, mi metteva a disagio. La musica terminò. "Mauro, complimenti, te la cavi niente male - disse a mio marito con un bel sorriso - tu invece sei un po' indietro Anna. Facciamo così: vieni da sola un paio di volte a settimana per un mese, ti porti a pari a tuo marito, e poi venite tutti e due alla mia scuola, corso avanzato". Pensai di uscire ed andarmene, ma Mauro, incomprensibilmente per me, accettò. "Come - pensai - questa stronza mi maltratta e Lui non fa una piega, anzi, le da pure ragione". Ero furiosa, ascoltai in silenzio mentre Milena dava l'appuntamento a Mauro per l'indomani; salutai a monosillabi, non dissi nulla fino a casa, dopodiché mi fiondai a letto, arrabbiatissima ed indecisa sul da farsi. Quando Mauro arrivò a letto feci finta di dormire, e decisi di ignorare la sua mano che risaliva lungo le cosce. Ma mio marito quella sera era deciso. Si mise due dita in bocca, le riempì di saliva e mi inumidì la vulva (non dormo mai con le mutandine). Mi bagnai immediatamente. Senza dire una parola mi sfilò la camicia da notte, mi fece sdraiare a pancia in giù, salì sopra di me e cominciò a baciarmi l'orecchio, leccarmi il collo, darmi piccoli morsi tra le scapole. Sapeva che questo mi fa impazzire. Involontariamente comincia a spingere il bacino indietro, cercando qualcosa contro cui placare il calore che mi stava accendendo.

Cominciò a leccarmi tra le scapole e poi più giù. Sentivo scendere la sua lingua verso i lombi, più giù, tra il solco delle natiche. Si fermò sopra il mio fiorellino inviolato, lo baciò, ci infilò la lingua, e poi proseguì oltre. Finalmente arrivò al centro del calore, ci immerse tutta la lingua, e le prime ondate di piacere cominciarono ad irradiarsi in tutto il corpo. Con le mani scostò bene i glutei, affondò il naso nel fiorellino, ben lubrificato, con la lingua sondava l'interno della vagina e con le dita mi massaggiava il clitoride, turgido, quasi dolente. E venni. Un orgasmo sottile mi scosse. Tremavo. I capezzoli, duri come marmo mi facevano male. Godevo. Mauro si alzò sulle ginocchia, mi trasse a se, tenendomi per i fianchi, e mi penetrò in un solo colpo. Ah, come mi piaceva il sesso di mio marito. Così duro, grosso al punto giusto, mi riempiva completamente. Cominciò a muoversi sempre più velocemente, variando il ritmo, sempre più a fondo, tenendomi saldamente per i fianchi, sempre più veloce, sempre più veloce. "Vengo, vengo" urlavo, ed ogni volta l'orgasmo ricominciava, più intenso, più travolgente. Poi un'ondata di calore, sentii nettamente lo schizzo dentro di me, e la vibrazione cha dal sesso di mio marito si propagava alle pareti della vagina, ed un nuovo, violento, impetuoso, definitivo orgasmo si propagò a tutte le membra, uscendo dalla gola in un grido roco e selvaggio. "Così sveglierai i bambini". La voce di Mauro mi riportò sulla terra. Mi girai, supina, ad ammirare il suo volto sorridente e rassicurante, quello sguardo di cui mi ero innamorata a prima vista vent'anni prima. Mauro si chinò su di me, mi baciò dolcemente, ancora sul collo, sui seni e poi scese. Mi solleticò l'ombelico con la lingua, infilò le mani sotto il bacino, mi sollevò sorreggendomi i glutei, ed immerse nuovamente la bocca in me. Mi misi un dito in bocca, lo inumidii, e poi co-minciai ad accarezzarmi i capezzoli, mentre con l'altra mano cominciai ad accarezzare la testa di Mauro. Poi scostò la lingua, prese delicatamente tra i denti le mie dita e le guidò verso il centro del mio piacere. Mi accarezzai come sapevo, penetrandomi a fondo, accarezzandomi dentro nel punto che conoscevo bene, ed in silenzio, da sola, venni ancora. Estrassi le dita, luccicanti di piacere, e di nuovo Mauro immerse avidamente la bocca nella mia vulva. Risalì sopra di me, accosto la bocca alla mia, e vi fece colare i nostri liquidi che aveva raccolto dentro di me. I nostri sapori fusi insieme mi trasmisero un eccitazione selvaggia. Spinsi il bacino verso di lui, e ricevetti subito il suo sesso, duro più che mai. Questa volta mi penetro dolcemente, a lungo, fino a quando venimmo ancora entrambi. Ero esausta. Mauro scese da me, si mise pancia all'aria, mi accolse nell'incavo della spalla, e mi disse "allora, sei pronta per le lezioni di ballo?" "Si tesoro" furono le mie uniche parole. E mi addormentai.

 
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Il Porco Dio Macellaio
view post Posted on 20/2/2012, 01:00




Beh che dire, si aspetta il capitolo numero 2???

Sta cagna! :D

Ciao Ciao
 
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Marionnaud
view post Posted on 20/2/2012, 21:50




Capitolo 2.



Al mattino mi sveglia serena, felice, il ballo non mi passava nemmeno per la testa, tutta presa dai soliti pensieri: il lavoro, la scuola dei bambini, cosa preparare da mangiare... la voce di Mauro mi trapassò come una stilettata: "allora stasera prima lezione!".
Come avevo potuto scordarmi? Il volto di Milena si materializzò all'improvviso nello specchio del bagno sorridendomi beffardo.Trascorsi la giornata cercando di dissimulare l'ansia e l'agitazione crescenti.
In teoria andavo a divertirmi, ma qualcosa mi diceva che non era così. Misi in tavola ma non cenai, con la scusa che altrimenti non avrei fatto in tempo a prepararmi, ma in realtà lo stomaco era chiuso. Sentivo i bambini ridere mentre cenavano con Mauro. Mi guardai allo specchio e mi chiesi che cosa stavo facendo. Avevo paura, certo, ma ero anche decisa a non tirarmi indietro. Era una sfida, ora lo sapevo. Una sfida con mio marito, una sfida con la maestra, ma soprattutto una sfida con me stessa. Dove mi avrebbe portato tutto ciò. Non lo sapevo.
Optai per un trucco leggero, effetto acqua e sapone. Ero decisa ad andare in fondo. E poi era solo una lezione di ballo. Alle nove e mezza citofonai alla porta di Milena. "Puntualissima, molto bene. Entra". La voce al citofono suonò falsamente cordiale, almeno questa fu la mia impressione. Me la trovai davanti varcata la soglia. Indossava un completo da danza moderno nero. Top sopra l'ombelico, calzoni stretti sui fianchi, elasticizzati, svasati a campana a ricoprire i piedi.
Ancora fui ipnotizzata dal delfino tatuato sull'addome; mentre me ne stavo li inebetita, mi cinse le spalle affettuosamente per accompagnarmi in sala da ballo. "Inizieremo dalla salsa" mi disse. Le note della musica invasero la sala ad alto volume "per sentire meglio il ritmo". Iniziò una vera persecuzione. "Sei troppo rigida, sei un tronco, devi ondeggiare di più il bacino, alto il braccio, più morbida..." ero esausta e scoraggiata. "Su non abbatterti - finalmente un sorriso - facciamo una pausa. Hai sete?" "Si grazie". Tornò reggendo due bicchieri. "Cos'è?" chiesi. "Specialità della casa" mi rispose elusiva.
Cominciai a sorseggiare. "Delizioso" pensai. Fresco dissetante, leggermente alcolico; si sentiva il sapore dello zenzero, frutta esotica e qualche altro ingrediente che non si riusciva a decifrare. Len-tamente e, come capii dopo, inesorabilmente, bevvi tutto. "Bene, basta poltrire, ricominciamo. Adesso Bachata!". Mi sentiva strana; ero languida, morbida, ed al tempo stesso sentivo dentro uno strano calore, che saliva dall'addome e si diffondeva ovunque. Milena mi abbracciò. "La Bachata - disse - è un ballo sensuale, che si balla stretti, incrociando le gambe" e mentre lo diceva mi appoggiò la coscia sull'inguine. Una violenta vampata mi scosse. Non potevo crederci. Ero eccitata, bagnata! Tutto avvenne molto naturalmente. Milena appoggiò le sue labbra alle mie e mi baciò. Mentre mi baciava, faceva scorrere le sue mani esperte, sfilandomi la camicetta e poi il reggiseno. Continuò a baciarmi, sulla bocca, sul collo, sui seni. E mentre mi baciava mi spingeva verso l'adiacente camera da letto. "Finalmente ti lasci andare, brave, così, morbida..." Mi rovesciò sul letto, sfilandomi gli ultimi indumenti. Ero completamente in orbita, in preda ad una furia selvaggia e sconosciuta. "Ora scoprirai chi sei veramente" mi disse, ed affondò la bocca nella mia figa. La sua lingua era veloce, guizzante, dura e sapeva dove colpire. Aveva appena iniziato e stavo per venire. Afferrò la mia mano e la spinse giù, sulla mia vulva. Istintivamente cominciai a masturbarmi, introducendo indice e medio in vagina, mentre con l'altra mano mi accarezzavo i seni. "Brava la nostra mammina, è proprio una porcellina" mi diceva, e queste parole incredibilmente mi eccitavano ancora di più. Venni rapidamente, e poi una serie di orgasmi in successione. Non capivo più nulla, non ero io quella che si dimenava ed urlava di piacere sul letto di una sconosciuta. Mi fece girare carponi, si sdraiò sopra di me e cominciò a baciarmi sul collo, sulla schiena, sempre più in basso, nel solco tra i glutei. Infilava la lingua ovunque ed io impazzivo di piacere. In un barlume di lucidità mi ritrovai a pensare che una donna mi stava infilando tre dita nella vagina e la lingua su per il sedere, e la cosa mi piaceva da morire. Venni ancora. Milena mi fece girare ancora. Coricata sul letto, con le gambe oscenamente aperte, mi accorsi che ritto in fronte a me c'era un uomo. Alto imponente, muscoloso, col membro eretto. Non disse una parola. Mi divaricò le cosce e mi penetrò, lentamente,con decisione. Aumentò sempre più il ritmo fino ad esplodere dentro di me. Ed io venni, intensamente, come non avevo mai goduto in vita mia. Senza dire nulla, uscì da me e se ne andò. Anche Milena era sparita. Ero coricata sul letto, stordita, esausta ed appagata, con lo sperma di uno sconosciuto che mi colava tra le cosce.

Mi rivestii e mi misi in cerca di Milena. Mi aspettava al piano terra, seduta dietro una scrivania. "Siediti - disse, riprendendo il fare arrogante - sai cos'è questo?" "Un CD" balbettai. "No, è un DVD. Qui è registrata tutta la lezione di oggi". I miei occhi si riempirono di terrore. "Sei una ragazza sveglia, vedo che cominci a capire. Il drink che hai bevuto era drogato. Una potente miscela di afrodisiaci e psicofarmaci, che annullano la volontà e spingono ad esaudire tutti i desideri più nascosti... in fondo era quello che volevi.
Dunque, hai diverse possibilità. Uno, fai tutto quello che ti diciamo, e questo bel film rimane rinchiuso nella nostra cassaforte. Due, non ci dai retta e..." "racconterete tutto a mio marito", conclusi.
Milena scoppiò a ridere "per chi ci hai preso, per una società di beneficenza? Il DVD lo metteremo in vendita in tutte le edicole della provincia, ti assicuro che andrà a ruba, dopotutto sei molto nota in città. E le foto migliori le metteremo su tutti i siti internet più famosi e su tutte le mailing list...
Dunque, dovrai esaudire scrupolosamente tutte le nostre richieste. Comincerai domani. Tieni casa tua libera dalle 14 alle 16. Verranno due operai, li lascerai lavorare senza guardare quello che fanno. Quando avranno finito, pagherai il conto. Ora vai. A proposito, di a tuo marito che hai recuperato benissimo, dalla prossima settimana potete venire a lezione insieme, non qui, alla scuola".
E così mi congedò; col suo ghigno beffardo stampato in testa me ne tornai a casa. Mauro come al solito mi aspettava sveglio, premuroso e gentile. "Allora, com'è andata" mi chiese. "bene - risposi laconicamente - ha detto che possiamo andare insieme alla scuola, ho recuperato. Scusa, sono molto stanca vorrei andare a dormire".
Mauro mi diede un bacio affettuoso su una guancia; quella era sera di Champions League, in fondo era contento di potersi guardare i servizi sulle partite in santa pace. Diedi uno sguardo ai bambini, ma non ebbi la forza di entrare per dar loro un bacio.
Mi sentivo sporca, umiliata; sentivo ancora lo sperma di quello sconosciuto che mi colava fra le gambe. Andai a lavarmi, ma la sensazione di sporcizia non passò, ed a quella sensazione se ne aggiunse ben presto un'altra: di paura. Avevo paura per me, per la mia famiglia, i miei figli. Ero una stimata dottoressa, molto nota in città, tutti mi conoscevano, cosa sarebbe successo se fosse scoppiato lo scandalo? Milena aveva detto "noi": noi chi? Chi c'era dietro? Quante persone sapevano, quante avrebbero visto quel film? Cercai di addormentarmi, ma non riuscivo a prendere sonno. Quando Mauro venne a letto finsi di dormire per non dover dare spiegazioni.

 
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2 replies since 20/2/2012, 00:20   56 views
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